L'artista Massimo Zecchin partecipa con due opere "L'antico casolare" - "Picco tra le nubi" all’evento “Composizioni Cromatiche” in videoesposizione , Catania (Le Ciminiere, fiera internazionale) 01/04 giugno 2023.
La stessa mostrà si terrà alla Galleria ZeroUno di Barletta 29 giugno/13 luglio 2023.
L'arte di Ivan Crico pubblicata nel portale
https://www.eccellentipittori.it/
articolo curato dal giornalista de "Il Foglio" Camillo Langone, 16 maggio 2023.
Ivan Crico, opera "Uccellatore"
Grafite, carboncino, tempera e acquarello su carta su tavola, 55x60 cm, 2023.
La ricerca artistica di Deborah Coli è in continua sperimentazione, le nuove soluzioni pittoriche e materiche esaltano la figura classica indirizzandosi verso un linguaggio essenziale contemporaneo. Le sue opere conquistano il mondo dell'arte contemporanea nell'occasione di numerose mostre.
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ARTE ITALIANA LA MIGLIORE OCCASIONE PER ACQUISTARE ED APPREZZARE L'ARTE ITALIANA CONTEMPORANEA.
Artisti: IVAN CRICO - UMBERTO COASSIN - ROBERTO ZAPPACOSTA - MASSIMO ZECCHIN - SANDRO.
Paolo Bottioni nasce a Parma dove attualmente vive e lavora; le sue opere rappresentano la forza espressiva del colore e del materiale, la composizione si percepisce grazie all'uso mirato della colorazione scelta; la tematica nasce da una ricerca interiore dettata da ciò che lo circonda.
Inizia a dipingere da autodidatta, verso la fine degli anni sessanta, nella città di Piacenza dedicandosi al disegno e sviluppando le sue doti artistiche nella rappresentazione del paesaggio e della natura morta.
Negli anni settanta rientra a Parma ed inizia a collaborare con diverse associazioni artistiche, particolarmente significativo è il suo ingresso nel circolo culturale “La Pilotta”, dove conosce il pittore Alfredo Chiapponi che diventerà suo maestro d’arte. Questa conoscenza conduce l’artista Paolo Bottioni ad elaborare una nuova fase di studio e di ricerca che gli permette una crescita artistica e culturale.
Il periodo che va dal 1975 al 1985 è fecondo di mostre (collettive e personali-la prima personale si tiene nel 1979), e di concorsi nazionali ed internazionali.
In seguito in Bottioni, spirito inquieto, cresce il desiderio di capire e conoscere in modo profondo l’arte contemporanea, la sua preparazione diventa più riflessiva, lo studio e la voglia di capire,di penetrare, di conoscere l’espressione artistica nella sua essenza, nel suo pensiero filosofico e nel suo lato estetico, occupa sempre di più il suo tempo e i suoi interessi.
Nel 1984 si iscrive all’ Università di Bologna dove si laurea al DAMS (Dipartimento Arte Musica e Spettacolo).
Nel 1992, presso “le stanze del S. Paolo”, con la personale dedicata alla sua Parma, con ben 38 opere, ottiene un ampio consenso di pubblico e di critica. Altre collettive e personali accompagneranno la sua costante evoluzione pittorica che lo porterà nel 2004 alla sua attuale, felice, fase astratta-informale.
L'artista Paolo Bottioni nel suo studio.
PENSIERO DELL’ARTISTA PAOLO BOTTIONI: Alla ricerca del Dio nascosto.
Tra astratto o informale, tra quattro scale di colore, tra quattro stagioni, nelle mie emozioni, ma è soprattutto nella ricerca del colore bello, che definisce il lavoro, che cerco il mio Dio nascosto.
Come dice Kandinsky “in ogni quadro può esserci racchiusa un’intera vita, una vita piena di dubbi, di ore d’entusiasmo e di luce”. Nei miei dipinti l’oggetto, concreto o astratto che sia, ha la sola funzione di contenere il mio dato interiore: per leggere i miei sentimenti e le mie emozioni, occorre guardare al colore e alla sua strutturazione nella tela, e non necessariamente all’oggetto che lo contiene. E’ il colore che ha la forza di fare emozionare l’anima; come dice ancora Kandinsky “l’armonia dei colori è fondata su un principio: l’efficace contatto con l’anima” e ancora ”l’artista deve fissare gli occhi sulla sua vita interiore, tendere l’orecchio alle sue necessità interiori”. Nei miei dipinti il dato pittorico è legato alla natura, alle sue forme si ispirano molti dei miei lavori; resto spesso stupito di fronte ad essa e alle sua infinita bellezza, ai suoi fenomeni sempre nuovi e diversi: il dato naturale viene mediato dal nostro io interiore, siamo liberi di modificarlo al fine di creare un insieme esteticamente bello, che possa esprimere, in una sintesi equilibrata e piacevole, il nostro sentimento. L’artista è autorizzato ad usare le forme naturali per creare una composizione piena di spiritualità. Trovare il giusto rapporto di colore, la giusta struttura compositiva, i migliori accostamenti per fare combaciare memoria e realtà pittorica è il mio obbiettivo, la ricerca del mio Dio nascosto; un Dio mai completamente svelato, perché alla fine rimane sempre il desiderio di andare oltre, tutto viene proiettato al prossimo lavoro con l’intento di esprimere sempre meglio ciò che, piano piano, lavoro dopo lavoro, diventerà una più matura consapevolezza del sé.
Nello Stravagario di Pablo Neruda vediamo come il poeta, lasciati i temi eroici, si racconta entrando in uno spazio più intimo, interiore; il poeta ci racconta come la natura e le cose del mondo vengano a far parte della sua intimità, come i colori, le sensazioni, i ricordi lo portino ad una riflessione interiore sulla vita e sul mondo. Questo modo di vedere le cose, sentendo profumi, vedendo i colori, guardando alle bellezze della natura, è anche il mio modo di prendere spunto per realizzare i miei quadri, che così si fanno spazio interiore.
Le opere segnano l'itinerario, acquisito nel tempo, dell'artista Bottioni, la continua ricerca artistica oggi si concentra sulla liberazione del colore e su tutte le sue caratteristiche.
La natura e i sentimenti umani sono le tematiche principali che conducono l’artista Paolo Bottioni a realizzare le sue opere ricche di energia espressiva, comunicativa e coinvolgente.
L’empatia dell’artista è riuscire a centrare, nella sua arte, un sentimento universale che nasce principalmente dalle immagini che vede, dal suo vissuto e dalle sue esperienze di vita.
La scelta cromatica, della forma e della non forma, la loro collocazione sulla superficie, la materia rugosa, piatta ed uniforme ben delimitata da un contorno netto e decisivo, quasi a voler suddividere in tante parti la maestosità di un mondo travagliato e controverso, conducono l’artista a centrare la sua opera d’arte verso un sentimento d’amore, dove si conferisce la capacità di coinvolgere lo spettatore trasportandolo in luoghi suggestivi. L’artista accompagna il fruitore per mano per indicargli le innumerevoli vie della visione pittorica, un linguaggio complesso che entra in contatto con la realtà della vita accedendo alle porte spirituali dell’esistenza.
Colori freddi, caldi, tratti veloci e macchie, supporti diversi compongono il gusto artistico dell’artista Paolo Bottioni.
Guarda le opere dell'artista Paolo Bottioni su youtube.
Intervista per un nuovo progetto espositivo on_line:
“Pensieri d’artista” Gesti, segni e … parole
di Antonella Iozzo
- I pensieri cromatici di Bottioni, la forma delle sue emozioni ….
Dopo un iniziale periodo dedicato al post-impressionismo e all’espressionismo astratto, fino alle prove influenzate dalla psicologia della visione di Rudolf Arnheim, si è sentito il bisogno di passare da un uso soggettivo della pittura ad un linguaggio più propriamente percettivo e fenomenico. Il colore è forse diventato la bellissima ossessione che mi permettere di trascrivere sulla tela i miei sentimenti e le mie emozioni.
- Come l’ispirazione diviene materia su tela?
L’ispirazione parte sempre dal mio vissuto, molte volte sono emozioni di fronte alla natura o episodi del mio vissuto. Il ricordo interiorizzato affiora, si fa colore e si struttura sulla tela, allora lo spazio pittorico diventa il mio spazio interiore. L’emozione si fa ricordo e vuole trascriversi sulla tela per rivelarsi.
- Improvvisazioni, impulsi, sentimenti, che dimensioni aprono, che dialoghi intrecciano, che musicalità rilascino nel suo gesto?
La mia pittura nasce dal mio spirito, il dato iniziale è frutto della memoria poi però l’immagine si costruisce nel corso della sua trascrizione pittorica, molte volte il pensato richiede nuovi rapporti, quasi a volersi chiarire e rendersi più esplicito. Le scale di colore e il risultato ottenuto possono muovere nuove emozioni e richiedere nuovi rapporti o variazioni di struttura sulla tela, l’impulso iniziale viene quindi completato in corso d’opera da nuovi impulsi. L’idea si completa lungo il suo farsi. In questa trascrizione sono i colori, le strutture, le scansioni di colore che creano il ritmo dell’intera opera, l’opera si completa quando il sentimento ( il colore ) viene espresso in modo completo. Solo allora l’opera, con i suoi accordi o contrasti, esprime una parte dei ricordi e si completa con nuove sensazioni e emozioni.
Tra i numerosi critici d’arte, giornalisti, saggisti e docenti che hanno recensito le opere di Paolo Bottioni segnaliamo:
Camillo Bacchini (critico) - Prof. Francesco Barocelli (saggista e storiografo, Direttore pinacoteca Stuard di Parma) - Avv. Antonio Bodria (saggista e musicologo) - Fabio Bianchi (critico) - Maria Cristina Bonati - Luciano Carini (critico e gallerista) - Dott. Valeria Castrucci (critica) - Prof. Marzio Dall’Acqua (critico e saggista, Presidente dell’Accademia di belle arti di Parma,) - Prof. Cristoforo De Amicis (pittore e docente all’accademia di Brera) - Prof. Marina Dorigo (critica e saggista) - Prof. Pierangelo Fabrini (docente universitario e saggista) - Marcello Garetti (critico) - Prof. Eles Iotti - Antonella Iozzo (critica) - Tiziano Marcheselli (critico e pittore) - Prof. Anna Mavilla - Dott.ssa Annalisa Mombelli - Prof. Aldo Onorati (scrittore e saggista) - Avv. Paola Maggiorelli (critica) - Dott. Giulio Panzani (giornalista e critico) - Federica Pighi - Stefania Provinciali (critica) - Paolo Riccardi (critico).
Segnaliamo la pubblicazione da parte della stampa sui quotidiani:
Gazzetta di Parma - “Cronaca” di Piacenza - “Libertà” di Piacenza - “Nuovo Giornale” di Piacenza - giornale “l’Informazione” di Parma.
(senza titolo) - 2019
olio su tela - cm 121x83
PRESENTAZIONE CRITICA ALL’ARTISTA
PAOLO BOTTIONI
A CURA DELL’ARCHIVIO MONOGRAFICO DELL’ARTE ITALIANA
Una lunga ricerca artistica conduce Paolo Bottioni ad elaborare un linguaggio personale che abbraccia lo stile di diversi artisti del Novecento. Attraverso una continua sperimentazione delle tematiche, dei materiali, ed una continua rilettura delle opere di artisti contemporanei e del passato, costringono l'artista ad intraprendere un viaggio pittorico, sempre in evoluzione, dove oggi ha come principale riferimento l'analisi di una percezione e di un'emozione profonda. L’artista prende coscienza del dato visivo e magistralmente lo riporta sulla tela mediante un’elaborazione che nasce da una componente psicologica alimentata dall’emozione.La scomposizione della forma geometrica e i colori netti identificano un’astrazione dove è visibile una sorta di realtà, ogni traccia e linea interrotta dal colore diventa il racconto di una sfumatura di vita interpretata dall’artista.
Bottioni studia le forme naturali evidenziando gli elementi ripetuti della forma, attraverso l’uso costante dei colori primari giunge ad una colorazione naturale che modifica le forme lasciando la visione incessante della realtà che si sofferma sulla bellezza naturale ma anche su tematiche più complesse che coinvolgono la quotidianità sociale dell’individuo.
La composizione artistica di Bottioni si basa sulle forze che si muovono sulla superficie pittorica che lasciano un sentore di movimento evidenziato dai tratti marcati e dall’accostamento cromatico. Le forme si scontrano armoniosamente tra loro, quasi volessero rappresentare uno scontro tra la bellezza universale e la bruttezza di una natura compromessa, o ancora, in una visione più intima, potremmo identificare un costante conflitto tra la realtà e la forza di un’interiorità che ha voglia di esprimersi liberamente.
Paolo Bottioni abbandona completamente l’immagine della figura, ecco che il suo gesto astratto-informale si arricchisce, si modifica e si espande verso una formulazione di concetti; le sue visioni esprimono un soggetto preciso che si legge mediante la scelta cromatica. Un’arte che diventa per l’artista un libro aperto dove rifugiare la mente e conservare i ricordi, dove la circoscrizione della percezione del mondo è soggettiva ed è tracciata attraverso emozioni e sentimenti profondi.
Un’arte che esprime il ricordo di emozioni vissute, dove il colore, che si struttura sull’opera, diventa la chiave principale per la preziosa lettura di un ricordo preciso provato dall’artista. Il tutto ricomposto mediante un equilibrio formale dove si evidenzia la purezza del reale grazie all’atto pittorico che Paolo Bottioni riesce magistralmente a portare sulla tela. Un artista ricco di innovazione e di notevole bravura tecnica e colorista, la sua lunga ricerca pittorica, in continua evoluzione, non ha come obiettivo la descrizione di un fatto, ma ha come principale interesse saper esprimere nel profondo la sensazione provata. La maggiore espressione emozionale è espressa attraverso colori forti, come il rosso o il nero, che hanno il compito di creare spaccature vigorose ed interagiscono con una colorazione più morbida che dona luminosità all’opera. Getti alternati di flussi cromatici si trasformano in sequenze di ritmi che raggiungono una propria ed espressiva autonomia.
Le opere di Bottioni diventano luogo espressivo di emozioni e di continue interazioni tra conscio ed inconscio, la sua pittura diventa espressione di una ricerca trascendentale che nasce dalle emozioni provate in questo mondo complesso, avvolto da meraviglie e da contraddizioni. Arte e realtà si sfidano continuamente così come la visione dell’artista che nasce e si modifica in un pensiero intellettuale raffinato.
Archivio Monografico dell’Arte Italiana - Settembre 2020
ANTOLOGIA CRITICA
"PIADENA 2016 PAESAGGI : Orizzonti dell’invisibile. Gli occhi vedono, ma l’anima sente per immagini."
Nel suo coerente percorso artistico Bottioni incarna il mestiere di pittore: un procedere non gratuito davanti alla tela bianca, ma una investigazione continua fatta di consapevolezze artistiche e artigianali: di studio del colore, di ricerca di un linguaggio, di dedizione alla natura. Nella sua pittura astratta P. Bottioni interrompe il dialogo impressionista dell’occhio con il mondo liberando così l’emozione dall’impressione.
P. Bottioni assorbe e rende personali i traguardi delle avanguardie storiche partendo dalle prime fondamentali idee di Çezanne intorno al paesaggio, poi le esperienze del Cavaliere Azzurro di F. Marc e del primo Kandinskij, ma soprattutto la ricerca cromatica dei Fauves di Maurice de Vlaminck fino al tachismo di Nicola De Staël epurato dai toni drammatici.
Spogliare la realtà delle apparenze, disfare il dato reale in pure cromie, annullare la prospettiva rinascimentale, estrapolare dalla natura strutture compositive, tradurre un paesaggio nella sua essenza. La ricerca di Bottioni percorre con sicurezza questi confini egli, filtrando e decantando l’immagine del vero, ne inventa un'altra. La sua pittura esplode nel colore puro verso una astrazione naturalistica: con solenni e personali stesure Bottioni unifica terra e cielo, ombra e luce, nelle sue tele riflette la tensione tra idea e atto creativo nel “contatto con la natura”. Sinfonie di rossi, di azzurri, di verdi: equilibri e dinamismi interni tra i colori, macchie, taches, disposti sulla tela a rifondare un nuovo ordine in rapporti esaltanti splendide armonie. Paesaggi non mimetici, ne topografici, ne circostanziati: orizzonti da cui affiora l’ineffabile. Nella staticità della tela Paolo Bottioni non copia la natura ma ne coglie lo spirito: nelle sue opere c’è il movimento e il battito della vita, il mutamento e la diversità della natura. ... Le sue opere, senza drammi esistenziali, sono stati d’animo positivi, intensi e fugaci che irrompono attraverso l’occhio nel nostro animo per colmarci di infinito.
Eles Lotti - 2016
"Paolo Bottioni: poesia segreta dell’astrazione."
… Due passaggi decisivi che si possono riconoscere nell’opera di Paolo Bottioni e che rientrano nei termini del tradizionale rapporto tra astrazione e realtà, tra impressione ed espressione. Passaggi che avvengono in momenti diversi, e che coinvolgono l’ambito del soggetto (cioè il rapporto con la realtà o immagine naturale) e quello della materia (ovvero il rapporto con il colore, essenza stessa dell’atto pittorico e del suo prendere corpo sulla tela), dando origine a periodi in cui queste coppie, diverse ed opposte, lasciano emergere esperienze non combacianti fra di loro ma inclini a reciproche contaminazioni nel modo di vedere e di dipingere la realtà (dal post-impressionismo originario al successivo espressionismo astratto, fino alle prove influenzate dalla psicologia della visione di Rudolf Arnheim), e accomunate dalla medesima volontà, dallo stesso amore e dallo stesso destino di fare solo pittura, in un percorso che da un iniziale uso soggettivo, impressionistico-interpretativo dell’immagine naturale, giunge ad un linguaggio più propriamente percettivo o fenomenico. In rapporto al soggetto si ha un primo momento in cui l’assunzione di realtà è più diretta, il contatto con l’immagine naturale più stretto, anche nei titoli (sono luoghi, o meglio atmosfere della città solo apparentemente ipotetici, dove il reale, l’immaginario e il simbolico si fondono in una trasposizione che, senza impaludarsi nelle trappole della mimesis, mantiene intatta tutta la sua suggestione comunicativa); ed un secondo momento in cui il soggetto è non riconoscibile, perché l’opera è interamente concepita alla luce delle regole oggettive e autosufficienti della struttura, intesa quale principio di organizzazione cosciente e razionale dei fattori compositivi, connotati da assoluta decifrabilità e da un forte impatto visivo.
Quanto al secondo passaggio, avvenuto nell’ambito del colore, si ha una prima parte in cui la materia si fa espressiva in rapporto al suo spessore (ora condensato e stratificato, ora sottile, stirato e leggiero, e in certi sfondi quasi vaporoso e rarefatto) riuscendo a conciliare forza e delicatezza; e una seconda parte in cui, pur nell’esiguità dei mezzi, i colori acquistano una purezza, un’intensità e una folgoranza che li rende come incandescenti ed esplosivi, in un concerto vibrante di accesa cromaticità. Unite in una tessitura a grandi campiture liberamente e variamente disposte, in un gioco caleidoscopico senza apparente regola e senza figurazione evidente (in realtà mai casuale o accidentale, bensì studiato alla luce di precise potenzialità combinatorie e di determinanti necessità spaziali), queste zone cromatiche acquistano forza e vitalità soprattutto nel valore dei loro contorni, che sono netti e rafforzati da cesure in nero. Rapide scansioni che segmentano, interagiscono, come il segno di una faglia che interrompe e crea intermittenze tra i colori primitivi, così da generare una texture omogenea, che garantisce alle singole taches un’emergenza insieme spaziale e suggestivamente poetica grazie alla loro valenza emotiva, ora caricata di uno splendore fortemente rialzato di valore cromatico puro, ora trattenuta dall’incanto di enigmatiche assonanze.
Anna Mavilla - 2013
“Il Colore delle Sensazioni”
… Una specie di sinergia o di mutualistica simbiosi tra esterno ed interno, tra dato reale e stato d’animo che comunque finisce sempre per tradursi in immagine non fotografica, in dato cromatico puro, in forma geometrica. La tela, insomma, diventa per Paolo Bottioni, un immenso spazio interiore dove è possibile scrivere, per mezzo della pittura e del pigmento, le proprie emozioni, sensazioni e sentimenti senza cedere o ritornare al passatismo figurativo. Questo significa che nell’atto creativo del dipingere, la sua attenzione si concentra unicamente sul dato interiore e sulla concreta possibilità di renderlo comprensibile e fruibile, si concentra unicamente sulle sue sensazioni perché, effettivamente, le sensazioni hanno il loro fremito, la loro vita, i loro colori. E la natura è, per Bottioni, l’elemento fondamentale e indispensabile della sua ispirazione, luogo dei sogni, memoria di avvenimenti ed emozioni.
Con il suo gesto libero e personale, potente e deciso, i paesaggi si scompongono e si frantumano, si accendono di luci e trasparenze, diventano forme geometriche che si aprono e si chiudono, si dilatano e si allungano in prospettive verticali, rompono le recinzioni assurgendo ma simbolo e metafora di infiniti spazi interiori. Pittura che rivela esperienza, questa di Bottioni, ma che si muove d’impulso, seguendo un moto ispiratore, un’occasione, uno stato d’animo. E quasi sempre i paesaggi, le visioni, il mutare delle stagioni, con le loro straordinarie modulazioni cromatiche, diventano per lui motivo e pretesto per fare pittura, per dare libero sfogo alla sua creatività e ai suoi pensieri. Un‘astrazione naturalistica fatta solo di colore e di luce, dove c’è evocazione, rimando e memoria e dove esperienze fisiche, esistenziali, ottiche e sensoriali in genere, si uniscono insieme per dare voce e colore alle sue sensazioni, per ricreare atmosfere di cieli puliti dove far correre libera la voce del cuore e della poesia.
Luciano Carini - 2008
… Il processo che Bottioni compie è sin dall'inizio quello di estrarre e poi di ricomporre e di ridefinire, sull'onda di un dilemma che appartiene alla funzione delle arti visive almeno da quando si chiarì nel corso del Novecento il rapporto tra astrazione e realtà. …
L’autore, senza scardinare la forma, allarga il campione d'indagine, entra nella struttura dell'elemento visivo, associa le parti come tessere ingrandite della struttura metempirica di cui si compone il suo fantastico. Colloquia con l'intensità emotiva con la quale molti anni prima interpretava le atmosfere della città, e con la conferma che può declinarsi nelle desinenze dei rapporti fondamentali tra colori puri e complementari, dall’accensione di una impressione sino alla definizione di una espressione interiore. Il tema delle impressioni-espressioni è ricorrente né usuale. Se tradotto in pittura pare un evento fisico, piuttosto che “chimico”, perciò non materico, bensì ottico, ortottico, e autoptico. Vi si riconosce il primato della visione. Nella scomposizione dei colori la matrice astraente, ove si ripercuotono i richiami, che altrove non a caso sono stati fatti, all'espressionismo astraente di Afro, di Baselitz, etc., permane il segno dell'impressione-emozione, vale a dire la traduzione nell'effetto visivo dell’emozione interiore. …
L'inquietudine è la forza interiore che spinge, che eroga l'impulso, una forza intangibile, immaterica, alla quale non si può dare risposta. La corale adesione alle voci di questa protesta inattiva, ma espressa, sono parte della cultura che giunge sino ad oggi, nella quale le funzioni dell'espressionismo diventano versione nuova e attualizzata del primo dissociarsi della materia dall'anti-materia, del colore dall’oggetto, della forma dalla realtà.
Si aprono per Bottioni le coste frastagliate della pittura d'emozione, quella fatta dinnanzi al senso della vita che scorre, dove si depositano le sensazioni dell'esistenza su uno strato che non è solo di foglie o di memorie, ma fatto di impulsi di luce e di colore, susseguenti e costanti, misurato nello scorrere intermittente di inferenze e interferenze, tra arte e realtà, tra pensiero e visione.
Francesco Barocelli
… E’ il colore che costruisce il quadro, ancora con un riferimento naturalistico, con una sua segreta identità ambientale, fatti di evocazioni, di rimandi, nei quali ricordi pittorici si mescolano anche con concrete esperienze esistenziali, fisiche, ottiche. L’occhio con i suoi meccanismi diviene il protagonista della ricerca di Bottioni, in sintesi cromatiche sempre più coraggiose, sempre più staccate da ogni riferimento esterno, da ogni aderenza al soggetto. Le vaporosità di certi sfondi, specialmente di nudi, certi sbuffi cromatici ed insieme bambagie di colore, sfuocati ed insieme allusivi, prendono sempre più corpo, diventano sempre più liberi, più irreali e dominanti fino a sgretolare la figura, corroderla, smontarla, smontarla, trasformarla in stesure spezzettate geometriche nella loro ripetitività, nel loro gioco segreto da caleidoscopio. Bottioni va verso una astrazione naturalistica, che sottende un riferimento al corpo e/o al paesaggio i due grandi temi che lo coinvolgono, ma la sua pittura si libera sempre più, la sua pennellata campisce spazi sempre più uniformi che creano una interna, diversa e diversificata prospettiva, un senso di calore o di freddo che invade l’opera sostituisce quel lieve spostamento d’aria dei primi quadri. …
Marzio Dall’Acqua, presidente dell’Accademia Nazionale di Belle Arti di Parma - 2006
Un lungo percorso artistico segnato da innumerevoli presenze in mostre, personali e collettive, in Italia e all'estero, dove l'artista Paolo Bottioni ha acquisito premi e riconoscimenti importanti. Sue opere sono continuamente pubblicate su annuari d'arte, antologiche e cataloghi.
Il presidente dell'Archivio Monografico dell'Arte Italiana, Michele Maione,
nello studio dell'artista Paolo Bottioni
Partecipazioni a concorsi e riconoscimenti:
1976 - 2° Premio assoluto al quarto trofeo “Evasio Colli” Parma.
1978 - 3° Premio all’ottavo concorso nazionale “Colori d’inverno” Viareggio (LU).
1978 - 3° Premio al secondo concorso internazionale “Italia-Francia” Stiava (LU).
1978 - 4° Premio al secondo concorso internazionale “Città di Empoli”.
Su richiesta siamo in grado anche di mettervi in contatto direttamente con l'artista.
N.B. : Tutte le opere sono pezzi unici e sono corredate da certificato di garanzia. Le quotazioni dell'artista partono da un minimo di euro 1.000,00/1.500,00 a salire.