L'artista Monica Bologna espone l'opera "Soffio di luce" cm 100x150, in via xx settembre a S. Giovanni in Marignano (RN) in occasione della Festa delle Streghe, 23/26 giugno 2022.
Biennale del mare, Palazzo del turismo, Bellaria Igea Marina (RN) 29 luglio/16 agosto, presente l'artista Monica Bologna.
Nel 2022, le opere di Briciaccoli
sono visibili alla mostra "Neronart" al Castello Brancaleoni Piobbico (PU). Articolo pubblicato su Il quotidiano Il Resto Del Carlino.
"Decamerone 2022" la Galleria Seperdote' presenta "Dipinsi l'anima" mostra personale dell'artista Doro Catalani (le sue oepre saranno presto presentate e pubblicate nell'Archivio Monografico dell'Arte Italiana) e "Imprevisti percorsi" condivisione di arte totale.
A casa dell'artista Francesco Bondioli tra arte e natura. Inaugurazione sabato 11 giugno con rinfresco alle ore 16:00 mostra a cura di Lorna Jane Smith presso la casa dell'artista,
località Cerreto, Via Fontana Maora 700, Rocchetta, Guiglia (MO) 11/12/18/19 giugno 2022 ingresso libero.
Sergio Gandini vive ed opera a Montevecchia (Lecco). Laureato in filosofia all’Università Statale di Milano, dal 1971 Sergio Gandini si dedica all’arte pittorica sviluppando una ricerca personale tra l’arte astratta, generata da un pensiero filosofico profondo, e l’arte informale, realizzata attraverso una colorazione cangiante ed una gestualità complessa. Una pittura materica dove affiorano diversi materiali, luci e colori ordinati tra messaggi poetici collocati sull’opera mediante un’abilità intuitiva che richiama la narrazione di filosofie orientali e di passaggi storici riguardanti la vita dell’uomo.
Nel corso degli anni l'artista approfondisce l’interesse per il sapere nell’ambito delle filosofie orientali, non solo in senso teorico – studia lo shodō, l’antica arte giapponese della calligrafia - nella convinzione che l’esperienza e la pratica del segno/scrittura affondino le radici in una vasta apertura verso ogni realtà spirituale. Le opere di Sergio Gandini sono presenti in tutto il mondo, fanno parte di collezioni private e sono continuamente presentate in mostre d’arte internazionali; tra le mostre a cui ha partecipatoricordiamo l'esposizioni in BULGARIA - FRANCIA - GERMANIA - INGHILTERRA - ROMANIA - SPAGNA - SVIZZERA - UNGHERIA.
Sergio Gandini ha avuto come amici e maestri Antonio Arosio, Pietro Gentili e Luigi Stradella. Ha tenuto la prima personale a Milano nel 1988; nel 1999 ha ricevuto il premio al concorso “Emilio Gola”. Ha esposto in collettive e personali, in Italia e all’estero. Nel 2016 ha partecipato a MARCINELLE 262, importante evento culturale che ha ricevuto il riconoscimento della Farnesina Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Come poeta ha ricevuto, nel 1987, il premio internazionale “Città di Milano”, ha pubblicato diverse raccolte di poesie, tenuto conferenze e seminari di poesia.
PENSIERO DELL'ARTISTA:
"La pittura ha una lunga storia, a partire dalle prime immagini prodotte dagli uomini “primitivi” sulle pareti delle caverne. Che significato avevano, o meglio a quale bisogno esistenziale rispondevano? Cercavano di riprodurre in modo “ingenuo” la realtà, oppure erano complesse rappresentazioni che possedevano un senso simbolico e apotropaico?
Dal rinascimento si impose in Italia, e da qui si diffuse in tutta Europa, una nuova concezione per cui l’arte deve riuscire a riprodurre il più fedelmente possibile la realtà: nasce la prospettiva.
Ancora oggi, sovente, davanti a un quadro, mi capita di sentire commenti del genere: “Che bello! Sembra una fotografia!” è davvero inevitabile che la lezione delle avanguardie sia passata quasi senza lasciare traccia, che il gusto comune, in fatto di pittura, sia rimasto fermo alla fine dell’ottocento? Certo ormai nel mondo dell’arte, grazie alle esperienze prodottesi nel secolo passato, tutto o quasi sembra ormai lecito, ma alla disinvoltura del critica corrisponde una reale maturazione della consapevolezza delle persone comuni?
Che cosa davvero vede una persona che si pone davanti a un quadro?
Che cosa vede, ma soprattutto che cosa si aspetta di vedere?
Dall’invenzione della macchina fotografica, affermava Klee, il compito dell’artista è radicalmente mutato: non può più essere la riproduzione attenta del reale, per la quale ormai esiste un mezzo specifico, ma altro.
Che cos’è davvero questo Altro?
L’artista deve esprimere l’inesprimibile – deve riuscire a mostrare, direbbe Klee, ciò che comunemente non può essere veduto.
Questo non visibile però procede dal visibile.
Ogni artista inizialmente procede da qualcosa che ha visto – ci sono artisti che reinterpretano e reinventano ciò che hanno visto sulla base di ciò che sentono, ci sono altri artisti che vorrebbero spingere la capacità di “visione” quasi ai limiti del vedere.
Personalmente ritengo che Turner sia l’autentico padre di tutti questi artisti – ma si tratta di una mia opinione che non vorrei proporre a dogma.
Di sicuro non basta vedere per essere un artista, ma occorre iniziare da lì.
Forse occorre, dopo le tante esagerazioni dell’arte del novecento, ripartire proprio da questo punto: l’artista deve essere umile e insegnare all’uomo comune a “guardare”.
Vedere semplicemente ciò che cade sotto i nostri occhi non è ancora saper guardare.
Davanti a un volto, a un paesaggio naturale, l’artista è un apprendista del vedere: non dà nulla per scontato, ma inizia a guardare in modo differente, totale.
In questo modo, non semplicemente vedendo, ma osservando a lungo, l’artista inizia a vedere in modo nuovo – e da quell’osservare, con un lungo tirocinio, impara a produrre delle “visioni”.
Che per essere vedute e godute, a loro volta dal pubblico, esigono una certa disponibilità, una reale apertura a osservare senza fretta né preconcetti." Sergio Gandini
Guarda il video delle opere di Sergio Gandini
Le opere di Sergio Gandini sono recensite e pubblicate dalla stampa e da critici d'arte, segnalimao: Silvia Cuppini - Joan Lluís Montané - Roberto Pedrini - Patrizia Raineri - Paolo Rizzi - Archivio Monografico dell'Arte Italiana.
PRESENTAZIONE CRITICA ALL'ARTISTA SERGIO GANDINI
A CURA DELL'ARCHIVIO MONOGRAFICO DELL'ARTE ITALIANA
Passando da una fase figurativa che evidenzia le caratteristiche di una natura rigogliosa e silente, l'artista, oggi, identifica la sua forma pittorica in una pittura basata sul colore e sulla forma astratta ed informale. Le opere di Sergio Gandini tracciano slanci espressivi che travolgono la visione reale offrendo speranza ed immaginazione a tutto ciò che è vitale; un espressionismo astratto che giunge ad un linguaggio vigoroso dell’informale che permette all’artista di proiettare sull’opera vicissitudini ed emozioni. Sergio Gandini è esploratore ed osservatore dell’esistenza, ricerca il linguaggio dei sensi e delle cose, attraverso l’arte pittorica riproduce una dimensione nuova del mondo che nasce dalle sue visioni interiori.
Nelle opere scorgiamo elementi figurativi ridotti a conformazioni immaginarie che volteggiano attraverso richiami spaziali in cui si evince un dinamismo luminoso. La luce soffusa ed incisiva genera un groviglio interessante di notevoli caratteristiche pittoriche, assume una funzione rigorosa e determinante per l’opera.
Gandini, con ingegno creativo, sofferma la sua continua ricerca su un rapporto tra chiaro e scuro, tra linee e tinte cromatiche, tra oscillazioni e forme, generando modulazioni speciali che conducono l’apertura di mondi paralleli e spirituali. L’artista elabora messaggi sublimi che nascono da conoscenze filosofiche, religiose, storiche e musicali, diversi segni rivelano come l’artista sia ispirato da riferimenti artistici che utilizza per dar vita a fatti e storie vissute, interpretate mediante una rivisitazione personale.
Le opere sono un atto di creazione che nasce da una fonte energica alimentata dallo stato emotivo dell’artista nel ricercare vitalità e forma nella materia. Gandini, con notevole capacità disegnativa e colorista,interpreta il mistero dell’esistenza e della natura rivelando nuovi scenari sugli archetipi della vita, lo spazio pittorico diventa struttura per contenere le metamorfosi dell’animo umano.
Sergio Gandini nelle sue opere evidenzia scale cromatiche in movimento, da un chiarismo soffuso giunge ad una colorazione cupa e cangiante, scie luminose donano spazio a forme astratte che sembrano muoversi attraverso note musicali dolci, tormentate ed armoniose. Le opere narrano la storia di un universo sospeso tra realtà, immaginazione e sogno. I materiali scelti dall’artista non turbano l’equilibrio compositivo ma arricchiscono la visione dell’opera regalandoci nuove emozioni e visioni autentiche.
Archivio Monografico dell'Arte Italiana - dicembre 2018
“La materia e l’idea: la grevità degli impasti terrosi, dei solchi, dei grumi, delle bruciature, che si oppone alla concettualità pura creante spazi e misure ideali. Ecco il senso più profondo della dicotomia che riscontriamo nella pittura di Sergio Gandini, artista colto che va al di là di ogni tradizione accademica ma anche di ogni sofisticato avanguardismo. Il paesaggio dell’uomo si fa dilatazione dello spirito. Nella spazialità aperta, persin cosmica, s’intravede appena il limite di una concezione del mondo grandiosamente romantica, tesa all’infinito. Non a caso Gandini adopera, a questo fine, accorgimenti tutti suoi, anche se desunti da un armamentario informale: polveri granulose, rilievi matrici, bruciature ottenute con il cannello o il pirografo, graffiature, crepe, legni dilavati. Tutto ciò non diventa mero esercizio di edonismo materico, bensì modo di espressione: connotato di una concettualità che si espande oltre ogni confine. Così l’opera acquista una sua forza visionaria, quasi un lievito che la porta verso il fantasma dell’anima.
La stessa profondità prospettiva non è che il veicolo di un’idea che, appunto, scorre verso l’Assoluto.”
Paolo Rizzi
"Calanchi"
olio su tela - cm 50x60
“La materia e l’idea: la grevità degli impasti terrosi, dei solchi, dei grumi, delle bruciature, che si oppone alla concettualità pura creante spazi e misure ideali. Ecco il senso più profondo della dicotomia che riscontriamo nella pittura di Sergio Gandini, artista colto che va al di là di ogni tradizione accademica ma anche di ogni sofisticato avanguardismo. Il paesaggio dell’uomo si fa dilatazione dello spirito. Nella spazialità aperta, persin cosmica, s’intravede appena il limite di una concezione del mondo grandiosamente romantica, tesa all’infinito. Non a caso Gandini adopera, a questo fine, accorgimenti tutti suoi, anche se desunti da un armamentario informale: polveri granulose, rilievi matrici, bruciature ottenute con il cannello o il pirografo, graffiature, crepe, legni dilavati. Tutto ciò non diventa mero esercizio di edonismo materico, bensì modo di espressione: connotato di una concettualità che si espande oltre ogni confine. Così l’opera acquista una sua forza visionaria, quasi un lievito che la porta verso il fantasma dell’anima. La stessa profondità prospettiva non è che il veicolo di un’idea che, appunto, scorre verso l’Assoluto.”
Paolo Rizzi - (Catalogo internazionale di arte contemporanea “Europa in arte”, ed. ECOM, 1998).
"Waldszenen"
olio su tela - cm 60x80
Sergio Gandini: la materia informale e la poesia come atto supremo.
“Sergio Gandini, scrittore, poeta, filosofo e pittore, è un creatore che attraverso l’astrazione informale avanza verso una neofigurazione materica.
Nella sua pittura ricerca, mediante la materia, di esprimere la parte poetica della bellezza, di tutto ciò che è tangibile e di ogni azione, mentre nella sua composizione poetica cerca di approfondire l’essenza delle cose, dell’immanente, comunicando ciò che in realtà appartiene all’intera esistenza. In questo modo crea un’opera che si nutre della realtà del momento, quella del qui e ora, e della realtà altra, più sottile, che interagisce anche con l’oggi, nell’istante supremo della quotidianità, muovendosi allo stesso tempo in altre dimensioni.
La sua è una pittura espressiva, esprime ciò che è per abbracciare la materia, simbolo di vita, intendendo come tale la materia stessa, ma anche la forma, il colore e l’energia che caratterizzano l’ambiente cortigiano fino agli angoli vitali più austeri, conferendo alla determinazione dell’esistenza una cultura profonda e la chiave per trovare la pace tra le pieghe della configurazione strutturale.
La materia è dotata di un’anima, e così lo manifesta, perché contiene tutto l’esistente, divenendo parte della visione informale cromatica e gestuale che evolve verso la configurazione di una nuova evidenza.
Sia nelle sue opere pittoriche sia in quelle grafiche, emerge per la sua volontà chiara di enfatizzare il contenuto, in quanto veicolo dell’informazione.
è proprio il contenuto che lo spinge ad essere trasparente, a constatare l’evidenza dell’esistenza come parte determinante del suo corpus vitale: paesaggi, animali, esseri, l’essere, l’essenza, e tutto questo armonizzato con la determinazione e il carattere vitale che impregna tutto, nonostante un atteggiamento di austerità, il prodotto del suo modo personale di pensare.”
Joan Lluís Montané
De la Asociación Internacional de Críticos de Arte (AICA)
“... Sergio Gandini impregna i suoi lavori artistici della conoscenza filosofica e letteraria. Una tela svela qualcosa del poeta Paul Celan, un titolo qualcosa di Nietzsche, un altro di Heidegger. Le sue opere sono occhi sul mondo, sull’esistenza dell’uomo. ... A voler trovare un filo rosso in una ricerca sia pittorica che letteraria che attraversa da anni la sua attività, credo si possa proprio far riferimento al concetto della radura. Allo stesso tempo la radura presuppone delle dualità centrali nella visione di Gandini, la luce e l’ombra, il pieno e il vuoto, l’essere e il nulla. Opposti che invece di scontrarsi si conciliano nel suo pensiero come parti dello stesso. La sua arte è una riflessione sulla letteratura dell’esistenza, declinata ogni volta nei toni a lui più affini.”
Patrizia Raineri, critica d’arte
“Anche quando Sergio Gandini dipinge un fiore, anche quando una sua immagine cattura lo sguardo per l’amabile semplicità, il dipinto nasconde un’intenzione del pensiero. Il fiore di cardo o è triste o è gaio. Il Cardo triste è il Cirsium Heterophillum, un fiore che nell’antica farmacopea veniva usato per vincere gli stati melanconici, del Cardo gaio non ho trovato un riscontro scientifico o poetico, può essere un gioco posto in atto dall’artista per contrasto con il Cardo triste. La mostra offre due piani di lettura: uno attraverso le immagini, l’altro racchiuso nelle parole dei titoli.
Terra, Fuoco, Acqua, tre dei quattro elementi si sviluppano coerentemente in orizzontale mentre l’Aria tendendo verso l’alto ha richiesto il formato verticale.
Con Lichtung I e II (Radura I e II), forse si vuole richiamare il pensiero di Heidegger che intende riferirsi con Lichtung al “chiaroscuro fra presenza e assenza”. La pittura di Sergio Gandini, filamentosa, pregna di pigmento colorato, compatta e tumultuosa sembra essere una risposta alle domande provocate dalla frequentazione di filosofi, poeti e artisti. Paul Celan e Rainer Maria Rilke sono presenti, il primo in Fadensonnen (Filamenti di sole), in Flügel nacht (Volo di notte), in Ballt um das wort sich der schnee (S’aggruma attorno alla parola la neve), in In der luft (Nell’aria), in Tenebrae (Tenebre); il secondo in Werwandlung ist nicht lüge (La metamorfosi non è inganno), mentre una eco di Georg Trakl si avverte in Blutet die dämmerung (Sanguina il tramonto). Poeti questi che hanno restituito nei loro versi l’inquietudine di un tempo controverso e impietoso come la loro anima. Una scelta letteraria per accompagnare una pittura di gesto, che nasce solo dall’impulso nervoso della mano.
Una ricerca di tranquillità, di pace interiore si annida nell’uso dei termini di origine orientale per le opere intitolate: Jaku (Quiete), Hyōgen (Distesa di ghiaccio), Akikaze (Brezza autunnale), Kido (Luccicanza) e forse solo un sapore d'oriente contengono le espressioni: Ciliegio a sera e Hebstkokon che significa Bozzolo d’autunno, il bozzolo della seta.
D’estate l’allodola canta fa pensare a Giulietta e Romeo e alla fine di una notte d’amore segnata dal canto che da lieto si fa lugubre.
La natura del desiderio è dentro un aforisma di Aristotele che recita così: “E’ nella natura del desiderio di non poter essere soddisfatto, e la maggior parte degli uomini vive solo per soddisfarlo”, mentre La pianura della verità rimanda all’iperuranio di Platone. In tutto questo c’è qualche cosa di irraggiungibile, di inespresso.
... Ancora fiori, minacciosi però, in Dente di cane e in Wintergrün (Inverno verde), il nome della pervinca che nasce nel freddo dell’inverno. ... Aria e luce si sono insinuate inattese fra le spatolate di colore per restituire leggerezza a un’arte meditativa che predilige i toni cupi dei rossi e dei neri. ...”
Silvia Cuppini
A proposito della mostra di Sergio Gandini - Arcore - giugno 2008:
“Gli ambiti e le modalità d'incontro con gli altri segnano inevitabilmente l'immagine che ci formiamo di una persona. A volte, fortunatamente, siamo costretti a rivedere quell'idea “ingessata”. ... Sergio dunque è un pittore, ed eccomi di fronte ai suoi quadri. L'arco temporale dei lavori esposti, che abbraccia dieci anni, evidenzia un'evoluzione espressiva. Da dove muove la ricerca? Con il quadro “Sentiero nel bosco” ci troviamo immersi in ambito squisitamente figurativo: i tronchi degli alberi sono delineati da un profilo nero che ne accentua i contorni. Nella veduta della laguna di Venezia ha inizio lo “sfaldamento” dell'immagine.
Nel quadro della calle il processo diviene ancor più evidente: se da un lato ritroviamo la prospettiva centrale, gli edifici hanno perso la linearità geometrica che li contraddistingue.
In Aria di neve l'indicazione paesaggistica si riduce ala linea retta dell'orizzonte.
I lavori “tenebrae” possono considerarsi l'azzeramento del riferimento figurativo: il nero notturno ha riassorbito ogni cosa.
La serie dei Quattro elementi può dirsi a tutti gli effetti informale: prevalgono unicamente vibrazioni di luce ottenute con il colore molto diluito.
La mostra si “chiude“ con la serie di quattro lavori esposti senza titolo.
Questa “mancanza”, mi ha lasciato libertà di lettura; sono stato colpito dalla estrema diluizione del colore, che lascia intravvedere la tela sottostante.
E' come se la tela bianca diffondesse la sua luce, dando allo spettatore l'impressione di essere di fronte a vetrate colpite dalla luce solare,
I lavori cui mi riferisco sono la serie delle Quattro stagioni.
Rimane, al di là di questa precisazione la sensazione che Sergio stia ormai lavorando sull'elemento più impalpabile e forse più “sfuggente”, cioè la luce.
E' certamente una sfida avvincente cui Sergio si è immerso con la maturità ormai acquisita e consolidata negli anni;”
Roberto Pedrini
Sergio Gandini vanta di un ricchissimo curriculum espositivo in quanto le sue opere sono esposte continuamente in personali e manifestazioni internazionali; l’artista riceve segnalazioni di merito e premi artistici in tutto il mondo, suo opere partecipano a concorsi d’arte e si aggiudicano recensioni dalla critica internazionale. Le opere di Sergio Gandini sono pubblicate su cataloghi d’arte, annuari e riviste, fanno parte di numerose collezioni private. Tra le mostre a cui ha partecipato l’artista Sergio Gandini ha partecipato a diverse mostre in Italia e all'estero, ricordiamo l'esposizioni in BELGIO - BULGARIA - FRANCIA - GERMANIA - INGHILTERRA - ROMANIA - SPAGNA - SVIZZERA - UNGHERIA.
Le opere di Sergio Gandini sono pubblicate nel libro scritto da Silvia Landi nell'anno 2019: PREMESSA: "Nel mio viaggio nell'arte contemporanea sono arrivata a Montevecchia, in Brianza: qui vive nella sua casa, insieme alla moglie, il professore Sergio Gandini, un pittore filosofo che ha dedicato buona parte della sua vita all'arte e alla cultura." L'autrice Silvia Landi.
"Sotto sì gelida coltre"
olio su tela - cm 60x80
SINTESI DEL PERCORSO CREATIVO:
2018 - Collettiva a Londra (INGHILTERRA) , negli spazi della “5th Gallery”, 23 Heneage Street, Brick Lane, London, a cura della galleria “La MAYA DESNUDA” di Forlì.
- Collettiva presso il Circolo degli Artisti nell’ambito della iniziativa “Linee artistiche confronto” tenutasi nel Palazzo Graneri della Roccia a Torino.
- Collettiva in BELGIO nella miniera di carbone Bois du Cazier, tappa conclusiva della mostra itinerante a MARCINELLE 262 iniziata nel 2016 nella ricorrenza della tragedia mineraria.
- Personale ispirata al ciclo di SCHUMANN Waldszenen (Scene della foresta) nove pezzi per pianoforte, op. 82 e Kinderszenen op. 15, abbinata al concerto del pianista Luigi Gerosa, in occasione del decennale dell’evento di Arcore (Monza e della Brianza).
"Viaggio al termine della notte"
olio su tela - cm 60x80
2017 - Collettiva allo spazio espositivo del Binario 7 del comune di Monza che ripropone l’evento culturale MARCINELLE 262.
- Collettiva alla galleria wikiarte di Bologna nella iniziativa “Il viaggio dell’arte” con presentazione critica a cura della storica dell’arte Dott.ssa Francesca Bogliolo.
- Collettiva alla galleria IMMAGINI SPAZIO ARTE di Cremona.
- Collettiva "VESTITI D'ARTE" a Palazzo Albrizzi di Venezia.
- Collettiva "VESTITI D'ARTE" a Villa Italia di Trieste. - Collettiva alla galleria “La Pigna” presso Palazzo Pontificio Maffei Marescotti di Roma nell’iniziativa “Universi InVisibili”.
- Collettiva presso Sharky Art Gallery dell’L’Aquila.
2016 - Personale insieme al fotografo Marzio Franco “Vedere a quattro mani” alla galleria Art Studio 22 di Reggio Emilia.
- Premio di Merito al concorso internazionale “La Spadarina2016”.
- Collettiva a Napoli presso la Pinacoteca d’Arte Moderna “Le Porte” via Chiatamone 57 nell'ambito della manifestazione “espressioni artistiche del terzo millennio”.
- Collettiva all'Isola di Capri presso il Centro Multimediale Mario Cacace Eden Paradiso via G. Orlandi, 100 nell'ambito della manifestazione “Fra Tradizione e Innovazione: Luci Colore e Forme dell’Arte Moderna”.
- Partecipazione a MARCINELLE 262 evento culturale che ha ricevuto il riconoscimento della Farnesina Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale: performance di arte tenutasi in diverse sedi espositive a L'Aquila Manoppello (Pescara) Monreale (Palermo), Bassano del Grappa (Vicenza), Mussolente (Vicenza) in commemorazione del LX anniversario della tragedia mineraria di Marcinelle in Belgio.
2015 - Personale alla galleria la “Spadarina” di Piacenza.
- Collettiva a Milano Bicocca con Fabbrica Pensante, poi trasferita a Expo Milano.
2014 - Personale insieme al maestro Luigi Stradella alla “Casa di Raffaello” a Urbino con presentazione critica di Silvia Cuppini.
- Collettiva in GERMANIA a Berlino presso galleria VIERRAUMLADEN, Cranachstrasse 46, 12157 Berlin.
2013 - Collettiva in UNGHERIA, ROMANIA, BULGARIA, “Paesaggio italiano”.
- Personale allo spazio “Caffè&caffè” a Monza.
- Pubblicazione sulla X edizione del Catalogo Internazionale di Arte Contemporanea “Europa in Arte” con commento critico di Vittorio Sgarbi.
2012 - Collettiva in BULGARIA Art Gallery a Silistra col patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura a Sofia.
- Partecipazione alla Mostra itinerante “Il Viaggio – itinerari nel mondo dell’arte” a Ferrara, Milano, Roma, Venezia, Senigallia.
- Personale allo spazio “Pizzaandfriends” a Milano.
- Personale allo spazio espositivo Beroldingen di Mendrisio (SVIZZERA) con commento critico di Patrizia Raineri
- Collettiva in SPAGNA a Madrid con presentazione critica di J. L. Montané presso Instituto Egipcio exposición Encuentros culturales Omenaje a Salvador Dalí.
2011 - Partecipazione a microbo.net, progetto dedicato al non-luogo dell'arte, un'iniziativa innovativa, che coinvolge differenti spazi espositivi a Milano.
- Personale alla galleria L’Acanto, in occasione della pubblicazione la silloge “Disgelo” (ed. Filadelfia).
2008 - Personale insieme allo scultore Marco Alberto De Poi ad Arcore (Monza della Brianza) presso le scuderie della Villa Borromeo con concerto del pianista Luigi Gerosa.
- Personale presso spazio enoteca “L’arco del Re”.
2007 - Personale allo spazio Venus di Monza con presentazione critica di Sabrina Arosio.
2006 - Vince il primo premio all’esposizione all’autodromo di Monza con l’opera “RIFLESSI”.
2004 - Vince il primo premio all’esposizione all’autodromo di Monza con l’opera “CIPRESSI”.
2002 - Segnalazione di merito al premio internazionale Agazzi.
1999 - Sergio Gandini vince il premio al concorso nazionale “Emilio Gola” di Olgiate Molgora (Lecco) con l’opera “NOTTE”.
1998 - Pubblicazione sul Catalogo Internazionale di Arte Contemporanea “Europa in Arte” con commento critico di Paolo Rizzi.
- Collettiva a Vittorio Veneto (Treviso) Palazzo Piazzoni Parravicini.
1996 - Collettiva a Cadiz (SPAGNA) Exposition de Arte Italiano Contemporaneo
1994 - Premio per la mostra all’Oratorio di Santo Stefano a Lentate sul Seveso (Monza e della Brianza) con l’opera “SAN GIORGIO E IL DRAGO”.
- Collettiva a Paris (FRANCIA) Atelier d’Art Foyer International d’Accueil.
1988 - Prima personale in un circolo culturale di Milano.
Tutte le opere dell'artista Sergio Gandini catalogate nel nostro Archivio sono disponibili.
L'Archivio Monografico dell'Arte Italiana è a Vostra disposizione per farvi visionare, senza alcun impegno, le opere dell'artista.