L'artista Massimo Zecchin partecipa con due opere "L'antico casolare" - "Picco tra le nubi" all’evento “Composizioni Cromatiche” in videoesposizione , Catania (Le Ciminiere, fiera internazionale) 01/04 giugno 2023.
La stessa mostrà si terrà alla Galleria ZeroUno di Barletta 29 giugno/13 luglio 2023.
L'arte di Ivan Crico pubblicata nel portale
https://www.eccellentipittori.it/
articolo curato dal giornalista de "Il Foglio" Camillo Langone, 16 maggio 2023.
Ivan Crico, opera "Uccellatore"
Grafite, carboncino, tempera e acquarello su carta su tavola, 55x60 cm, 2023.
La ricerca artistica di Deborah Coli è in continua sperimentazione, le nuove soluzioni pittoriche e materiche esaltano la figura classica indirizzandosi verso un linguaggio essenziale contemporaneo. Le sue opere conquistano il mondo dell'arte contemporanea nell'occasione di numerose mostre.
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ARTE ITALIANA LA MIGLIORE OCCASIONE PER ACQUISTARE ED APPREZZARE L'ARTE ITALIANA CONTEMPORANEA.
Artisti: IVAN CRICO - UMBERTO COASSIN - ROBERTO ZAPPACOSTA - MASSIMO ZECCHIN - SANDRO.
Fabio Nardin pittore veneto, autodidatta, vive ed opera a S. Lucia di Piave (TV).
"Nei miei quadri ho spesso posto l’attenzione su tematiche sociali e sul mondo del lavoro.
Utilizzo sempre i pastelli ad olio."
L'artista Nardin.
INTRODUZIONE ALL'ARTE DI NARDIN
Dipinge dal 1981, da autodidatta matura il suo amore per l'arte prediligendo la pittura figurativa, sperimentando le diverse tecniche giunge oggi ad una pittura completa che unisce diverse correnti artistiche tra il surrealismo e l'astratto. Nardin si immerge totalmente nel proprio mondo artistico per sviluppare una ricerca costante compositiva e colorista. Nei suoi quadri emerge l’attenzione che l'artista vuole dare a tematiche sociali e culturali.
Attraverso l'utilizzo dei pastelli ad olio realizza un'illustrazione pittorica che accoglie colori vivaci e contrastanti, forme che richiamano scene visive fanciullesche dove subentrano linee psichedeliche.
L'artista utilizza riferimenti quotidiani e della natura, elementi diversi vengono utilizzati per creare corpi e figure che generano un continuo scontro visivo tra realtà ed immaginazione. Una pittura che affronta e percepisce le problematiche quotidiane, l'artista Nardin creando una rappresentazione ironica ed armoniosa, cattura l'attenzione dell'osservatore che immergendosi nella visione del suo lavoro pittorico si trova catapultato in una dimensione innocente e nello tesso tempo in uno scenario di grande responsabilità moderna e collettiva.
Guarda il video delle opere dell'artista Nardin su youtube.
Diversi critici d'arte hanno recensito le opere di Fabio Nardin, ricordiamo: Giorgio Fabris - Paolo Rizzi.
"Bicicletta n. 1"
pastello ad olio su carta - cm 50x70
PRESENTAZIONE CRITICA ALL'ARTISTA
NARDIN
A CURA DELL'ARCHIVIO MONOGRAFICO DELL'ARTE ITALIANA
L'artista Nardin pittore che compie un viaggio attraverso l'arte figurativa prediligendo a pieno l'arte surreale; attraverso l'uso dell'immaginazione unito alla scelta dei colori che si amalgamano con dolcezza in ogni movimento creato, l’artista arricchisce le sue opere trasformando l’arte pittorica in un percorso intellettuale e fantastico che ha il compito di trasportare l’osservatore in un mondo complesso.
Visioni oniriche donano importanza al mondo irreale, nato da un pensiero profondo che ha il compito di percepire le problematiche che l’uomo incontra nella sua esistenza. Una pittura quindi di denuncia e di carattere sociale in quanto ritroviamo immagini contorniate da simboli e figure metaforiche.
Un’arte in bilico tra pittura e grafica, se esaminiamo le opere possiamo valutare la visualizzazione del movimento che si espande verso le impetuose evoluzioni da cui sono caratterizzate, un movimento di disorientamento e di grande instabilità.
Nardin possiede una manualità grafica di notevole spessore dove si evince la sicurezza del segno che viene tracciato con grande precisione.
L'arte di Nardin è una teoria psicoanalitica, un aspetto cognitivo dove chi osserva può addentrarsi e focalizzare i bisogni reali per abbattere il sintomo del malessere, l'arte può aiutare con semplicità a migliorare la vista di chi osserva nella visione interiore di se stessi. Nardin elabora scene che richiamano l'infanzia, la prima parte della vita, dove tutto è lecito e può essere reale con la fantasia, in questo caso tutto prende vita e la realtà si fonde con l'unione tra tecnica, colori, forme, movenze e luminosità riuscendo a rielaborare un concetto puro pieno di aperture mentali.
Nardin stabilisce con accuratezza, le trame disegnative stabilite in modo consono e completo per realizzare le immagini da illustrare, ottiene così un’atmosfera particolare dove il silenzio delle cose conduce il fruitore a riflettere.
L'artista Nardin esamina la distesa degli spazi, con una tecnica meticolosa che si addentra nei dettagli, la scrupolosità con la quale pone questi particolari in un ordine mai fortuito, offre un preciso gioco alla composizione dando origine a personaggi insoliti e nuovi.
Il pittore con il suo talento ci porta in una dimensione che racchiude una storia di sé, creando una visione per donare messaggi nascosti e pieni di mistero, le immagini si trasformano in un sublime viaggio verso l'ignoto, dove il colore diventa veicolo fondamentale per far riemergere alcune complicità interiori e legami indissolubili.
Tutto è emblema, Nardin si tuffa attraverso onde inconsuete per far emergere un'immensità creativa di caratura artistica avvincente, esamina alcuni concetti base dell’arte astratta e surreale rielaborando, con la sua laboriosa profondità, diverse tematiche dove lo spettatore attento può percepire una forma pittorica che spazia tra passato ed imminente futuro, un tempo indefinito dove l'arte vive costantemente mutando la sua forma ed il suo significato. Una pittura che narra il sentimento infinito che dona la vita.
Archivio Monografico dell'Arte Italiana - Marzo 2020
ANTOLOGIA CRITICA
“Fabio Nardin naviga attraverso la pittura moderna con gli occhi verso un orizzonte che ci è ignoto e che egli sembra voler celare, come un segreto non condivisibile. Le sue tele, affollate di segni e di colori, ci rimandano all’astrattismo ma solo per il rifiuto di riprodurre oggettivamente la realtà e a prima vista ci sembrano derivare dallo stile dei graffiti, così sature di tutto, affollate di simboli neppure onirici, perché disegnati con maniacale precisione. Perché gli occhi di Fabio Nardin sembrano ben aperti, se non sul mondo che vediamo noi più o meno oggettivamente, su quello che soggettivamente vede lui: un mondo che i nostri occhi non riescono a vedere ma a capire. Ma non c’è rifiuto, nelle tele di Fabio, non c’è ribellione alle regole; la sua pittura è serena, addirittura allegra, gioiosa, spensierata; se il suo mondo soggettivo potesse diventare reale andrebbe ad illustrare le fiabe raccontate da una Fata impazzita ma felice ed è il punto in cui il Nardin astrattista sfiora il figurativo, paradossalmente, in una contraddizione creativa. Sembrerebbe a ben guardare che la pittura figurativa fosse nell’inconscio di questo artista problematico, il brodo di coltura di un’ambizione diversa, di un diverso desiderio espressivo; due visioni opposte che alla fine si incontrano sulla tela, però senza perdita dell'identità di ciascuna ma, temiamo, senza neppure acquistarne una definibile, che sia la sintesi felice di entrambe.
Forse è quello l’orizzonte verso il quale ci è parso a primo acchito intuire che Fabio stia andando: un orizzonte pittorico dove si trasforma l’incontro in fusione, il miscuglio in composizione altra. Fabio Nardin ha tutto il tempo davanti a sé e tutto il talento nel cuore per raggiungere quell’orizzonte. Intanto noi ci godiamo le sue tele fiabesche, i suoi colori vivaci, le sue linee schiette, la sua passione segreta e contraddittoria per le figure.”
Giorgio Fabris
"Corriera"
pastello ad olio su carta - cm 50x70
“Il fascino della metamorfosi, da Ovidio ad oggi, è qualcosa che nasce dai meandri profondi della psiche. Fabio Nardin lo sa bene: tanto da portare avanti un discorso pittorico che giuoca subdolamente sull’ambiguità interpretativa. Che cosa si muove all’interno delle sue immagini così cattivanti? Forme umane o animali, elementi naturali o organici, qualcosa che appare e dispare: un mondo appunto magmatico, quasi larvale, che viene ‘ricostruito’ dalla nostra fantasia: cioè dall’interpretazione di chi, attonito, osserva. Nardin … lavora per improvvisazioni, quasi per ‘impromptu’ musicali: nel senso che la matassa pittorica s’aggruma e poi si scioglie ritmicamente seguendo l’estro, l’inventiva, magari il gusto dell’assurdo. Colpiscono soprattutto i suoi viluppi organicistici, in cui appunto si presenta il trapasso da una forma all’altra: da un animale ad un uomo e viceversa, alla stregua di un espandersi di cellule che non hanno ancora trovato una loro aggregazione e cercano un ordine definitivo. Ciò che unisce questa tensione alla decostruzione-costruzione della forma è il colore: che avvolge tutto con una dolcezza elegiaca, soprattutto nei cangiantismi che paiono conciliare i vari toni cromatici. La tecnica dei pastelli ad olio permette sgranature e screziature, morbidezza e liquidità suggestive.
C’è, in realtà, qualcosa che colpisce davanti ad ogni quadro. Ben non si capisce da cosa derivi questa sorta di attrazione: se dalla magia del colore o, come s’è detto, dall’ambiguità della forma, o magari dal modo stesso, inusuale, di aggregazione. Siamo in un ambito, ovviamente tra Surrealismo e una certa Metafisica. Come dire: da una parte Tanguy e Max Ernst, dall’altra Savino. Ma i riferimenti restano nel vago. Nardin ha la capacità (e lo si capisce subito) di far uscire le sue fantasie dal di dentro, in modo del tutto spontaneo, senza troppe mediazioni culturali. “E’ un mio modo – egli dice – per colorare la vita”. Alla fine questo suo gentile illusionismo, pur carico di qualche inquietudine nascosta, ci prende per mano e ci fa volare.”
Paolo Rizzi
L'artista Nardin è alla ricerca di nuovi stimoli e di un proprio stile, originale e mai uguale, sperimenta nuove tecniche e nuovi accordi cromatici che accolgono forme inusuali. I personaggi immaginari rappresentati sembrano muoversi attraverso una danza, comunicano con lo spettatore mediante gesti decisi; le opere sembrano una sorta di racconto, un libro aperto dove vivono, ed escono dallo scritto, personaggi e creature meravigliose che sembrano compiere un viaggio complesso tra il bene e il male.
Nel 1994 allestisce la sua prima mostra personale, nel 1996 allestisce la seconda mostra personale, entrambe le due mostre sono state ospitate a Conegliano (TV), curate e presentate dal critico d'arte Paolo Rizzi.
Successivamente il suo percorso artistico continua attraverso diversificate mostre dove riceve segnalazioni importanti ed apprezzamenti dal pubblico.
L'artistaNardin ha continuato ad allestire mostre collettive e personali fino al 2019.
Nel tempo ha acquisito vari riconoscimenti, è stato premiato in una estemporanea a Conegliano Veneto (TV) e all’Extempore di San Vendemiano (TV).
Copertina del libro POETA EN NUEVA YORK - Libro pubblicato nel 2019,
che raccoglie le poesie scritte da Federico Garcìa Lorca nell'anno 1929/1930 a New York,
tradotte da Antonio Francesco Quarta e arricchite con 24 disegni realizzati dall'artista FABIO NARDIN.
Michele Maione, presidente dell'Archivio Monografico dell'Arte Italiana,
nello studio dell'artista Fabio Nardin
"Vagone n. 1 con umanità"
pastello ad olio su carta - cm 50x70
"La barca va"
pastello ad olio su carta - cm 70x100
Tutte le opere dell'artista Nardin catalogate nel nostro Archivio sono disponibili.
L'Archivio Monografico dell'Arte Italiana è a Vostra disposizione per farvi visionare, senza alcun impegno, le opere dell'artista.
Su richiesta siamo in grado anche di mettervi in contatto direttamente con l'artista.
N.B. : Tutte le opere sono pezzi unici e sono corredate da certificato di garanzia. Le quotazioni dell'artista partono da un minimo di euro 1.000,00 a salire.