INTRODUZIONE ALL'ARTE DI LEANDRA SENESI
L'anno 2020/2021 è per l'artista Senesi un momento importante che conduce la sua arte creativa verso una forma ancor più suggestiva ed originale.
Mostra "Le opere di TULLIO PETTENI alla luce dei Maestri dell'Impressionismo francese e dell'avanguardia parigina" inaugurazione sabato 13 febbraio 2021 alle ore 10:30 presentazione di Giovanni Dal Covolo.
Un lungo percorso di sperimentazione conduce l’artista Eros Mariani ad abbracciare la difficile scelta dell’arte scultorea dove trova nella tridimensionalità la sua massima realizzazione. Avendo interesse per l’archeologia e gli avvenimenti dell’uomo preistorico Eros Mariani concentra la sua creatività nella saldatura del ferro, un materiale resistente che l’artista con maestria ed ingegno creativo lavora accuratamente plasmando la materia con eleganza ed amore.
http://www.erosmariani.it/prima.htm
Nerino Negri nasce nel 1924 a Padova, mancato il 13 dicembre del 2012.
Maestro della scultura, artista conosciuto ed affermato non solo in Italia ma anche all'estero.
".. Nerino Negri .. orgoglioso della propria libertà artistica .. eclettico e curioso della sperimentazione. .. Resta nel mio cuore non solo la sua splendida arte ma anche l'ironia con la quale affrontava la vecchiaia, la sua cortesia umana, la sua attenzione al bello ma anche alla gente, quella che indicava come 'il più interessante spettacolo che possiamo avere a disposizione, basta avere occhi per vedere e mani salde per tenere mazzuolo e scalpello o per modellare la materia'. Addio Maestro e grazie."
Giorgio Castellani - 12 gennaio 2013 - Il Gazzettino di Padova
Guarda il video delle sculture di Nerino Negri
Nelle sue opere, sia di carattere monumentale sia di piccolo formato ha utilizzato materiali diversi: terracotta, ceramica, bronzo, marmo. Nerino Negri ha realizzato anche opere di grafica, quadri, disegni e incisioni.
Fin dal 1947, ha partecipato a tutte le edizioni della Biennale del 'Bronzetto' di Padova e alle varie Biennali Trivenete; ha realizzato numerose opere pubbliche che sono ancora oggi conservate in collezioni e istituti privati e pubblici. Ha realizzato anche alcune medaglie.
Nerino Negri ha imparato i primi rudimenti della sua arte fra i grandi marmi della bottega paterna.
Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Venezia, si è diplomato nel 1947/48 in scultura, si è dedicato all'insegnamento, presso gli istituti statali di Padova, Venezia, Perugia e presso il Liceo artistico di Padova. E' stato allievo di Arturo Martini (scultore e pittore italiano 1889-1947) e Alberto Viani (pittore italiano 1906-1989).
Sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private, si trovano in numerose regioni Italiane, segnaliamo le principali: Veneto, Lazio, Toscana, e Sardegna. All'estero sue opere sono presenti a Los Angeles (Usa) - New York (Usa).
"Fanciulla al mare" - 1970
bronzo - cm h.26 x largh.5
Segnaliamo opere che fanno parte di collezioni pubbliche e private:
- Monumento alle vittime civili di guerra realizzato in pietra nel 1950, h. m 2.50 - Padova, Piazzale Savonarola.
- Colonna fumaria realizzata in gres maiolicato nel 1951, Padova (supplicato da "Alci Caminetti").
- Bassorilievo in travertino realizzato nel 1954, Padova, Tomba Bertelli.
- Vaso Istoriato in marmo rosso porfirico realizzato nel 1955, Roma, Museo didattico, triennale di Milano.
- Bronzetto realizzato nel 1955, Bologna, Stabilimento Buton.
- Bronzetti realizzati nel 1955, proprietà privata: Roma - Padova - Milano - Firenze - Usa.
- Torello in bronzo realizzato nel 1956, Rettorato dell'università di Padova.
- Bassorilievo smaltato e maiolicato realizzato nel 1956, Padova, Scuola Elementare SS. Trinità.
- Bronzetto realizzato nel 1956, Napoli, Ente provinciale del Turismo.
- Terracotta realizzata nel 1958, proprietà privata, Los Angeles (Usa).
- Torello in marmo nero realizzato nel 1958 per la Ditta Bonniers, New York (Usa).
- Altorilievo in bronzo realizzato nel 1960, Padova, Tempio della Pace.
- Crocifìsso in bronzo, Paliotto in marmo, Angeli in bronzo realizzati negli anni 1961-'62, Padova, Chiesa SS. Trinità.
- Bronzo realizzato nel 1962, Venezia, Collezione G. Marchiori.
- Sezione arte e decorazione: marmo - Biennale di Venezia, 1963.
- Bronzo realizzato nel 1963, Venezia, Chiesa S. Barnaba.
- Manifesto celebrativo del 7° Centenario Antoniano realizzato nel 1964 per la città di Padova.
- Bronzetti realizzati nel 1965, Rovigo, Collezione Tosi.
- Volto in Argento, reliquario di S. Antonio, realizzato nel 1965, Padova, Basilica del Santo.
- Storie del Battista (Ceramica), 1965, Firenze, San Galliano.
- Altorilievo in pietra realizzato nel 1966, Padova, scuola D. Manin.
- Ritratto in bronzo, realizzato nel 1967, Padova, Ditta Giaval.
- Pilone portabandiera in pietra d'Istria realizzato nel 1967, Padova, Scuola A. Palladio.
- Bassorilievi ceramicati su terracotta realizzati nel 1968, Oristano, Scuole medie statali.
- Tabernacolo, Angeli in bronzo, Altare in marmo, realizzati nel 1968, Suore Elisabettiane di Taggì (PD).
- Tabernacolo, Fonte battesimale - 1968 - Padova, Chiesa di Maserà.
- Statua di S. Antonio in pietra, realizzata nel 1969, Chiesa di Bibione Pineda (VE).
- Ritratto in bronzo, realizzato nel 1970, Torreglia (PD) ditta Luxardo.
- Bronzetto "Giuditta" scultura del 1970, Padova, Museo civico.
- Fontana in pietra realizzata nel 1971, Belluno, Scuola A. Ricci.
- Colombiin bronzo, realizzati nel 1972 esposti a Padova in Piazza Garzeria, e presso il Museo di Padova.
- Bronzo astratto, proprietà Cassa di Risparmio di Padova.
- Rilievo in bronzo dedicato a ing. A. Tonini realizzato nel 1977, Padova, Istituto di Idraulica Facoltà di ingegneria.
- Medaglia realizzata nel 1977, Cassa di risparmio di Padova e Rovigo.
- Via Crucis in bronzo 1981, Trieste, Cimitero S. Anna .
- Bronzo,ritratto di Cesare Crescente (Sindaco di Padova dal 1947 al 1970), realizzato nel 1985, costituito dal busto in bronzo innestato su un parallelepipedo di pietra d'Istria, esposto a Padova presso i Giardini dell'Arena:
"Monumento a Crescente"
(nella fotografia: l'artista Nerino Negri con il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro)
- Porte in bronzo in ferro, ottone, bronzo realizzate nel 1988 esposte a Padova presso la Chiesa della Natività.
- Bassorilievo in bronzo, realizzato nel 1980, Camposampiero - Padova - Tribunale.
- Ritratto scultoreo "Chicca" Zanin, 1983, collezione privata.
Numerosi critici hanno recensito le opere dello scultore Nerino Negri, segnaliamo:
- A. Bevilacqua - G. Castellani - G. Floriani - A. Frasson - G. Marchiori - P. Rizzi - O. Vidolin - S. Weiler - Silvia Maione Morlotti, Archivio Monografico dell'Arte Italiana.
La stampa ha pubblicato diversi commenti per le sue opere, segnaliamo gli articoli principali:
- Aloi "Caminetti" Hoepli, 1949.
- A. Villari, Rivista "Casa e turismo" Milano,1956.
- Istituto di Storia dell'Arte di Milano "Scultura italiana".
- Enciclopedia Universale di Arte Moderna, Seda, Milano.
PRESENTAZIONE CRITICA ALLO SCULTORE NERINO NEGRI
A CURA DELL'ARCHIVIO MONOGRAFICO DELL'ARTE ITALIANA
Nerino Negri artista che attraverso la costante ricerca di materiali espressivi differenti, comunica emozioni attraverso l'arte scultorea.
In ogni opera l'artista interpreta la realtà, la sua arte diventa sociale nel momento in cui le sue opere instaurano un dialogo diretto con l'interlocutore e con l'ambiente. La sua scultura è rapportata alla meravigliosa corrente del Novecento Italiano, Negri con maestria realizza un equilibrio d'insieme che evidenzia l'eleganza sinuosa della figura e la forza del materiale che modella, scava e curva con duttilità. Le posture da lui scelte sono ardite, morbide ed oscillanti, le figure sono impreziosite da sguardi espressivi e profondi. Nerino Negri ha la grande capacità di afferrare l'archetipo, l'essenziale, trasformando ogni sua opera in messaggi spirituali che attingono a zone profonde dell'essere umano. Le sue opere raccontano la vita, l'artista affronta tematiche sociali utilizzando materiali differenti che gli permettono di imprigionare tristezza e dolore, una modellazione complessa ed accurata, morbida e sinuosa, che diventa il mezzo da lui scelto, per esprimere sentimenti amorevoli, caldi, vibranti e ricchi di speranze.
Le sculture dell’artista esprimono l’io profondo, un percorso creativo che rappresenta l’artista stesso, la sua personalità e la sua vocazione alla vita. Nelle sue opere troviamo le ragioni di una fede religiosa, attenta alle diverse opzioni stilistico-ideologiche, attenta alle origini del mondo ed inevitabilmente, alle sacre scritture che, l’artista analizza, studia e rimane affascinato. Le sue opere si ispirano a concetti spirituali, una fede che ogni giorno si rinnova e si arricchisce di concetti profondi.
Una personalità semplice ma molto profonda è stato Nerino Negri, così come lo sono le sue opere che hanno il grande compito di capovolgere le situazioni per dare al mondo una nuova visione ed alternativa ad ogni situazione.
L'artista Negri trasforma l'esistente utilizzando contrasti di forme che non supportano teorie e stili, un'interpretazione misteriosa e spontanea che, con facoltà naturale, stupisce e meraviglia l'osservatore. L'artista indaga la materia, vi è un unione profonda tra il suo pensiero ed il materiale scelto che, con semplicità, prende vita in un atto amoroso per l'arte.
Molte delle sue opere giungono alla soglia dell'astrazione: concetto che l'artista Negri utilizza per promuovere al meglio nuove e significative letture introspettive, la sua arte rimarrà sempre un'invenzione genuina, così come il suo spirito vigoroso, tale per la sua capacità di rinnovarsi ed inventare nuove forme.
Silvia Maione Morlotti - Archivio Monografico dell'Arte Italiana - giugno 2013
“Nerino prof. Negri, uno scultore che si è diplomato all'Accademia di Belle Arti di Venezia nel 1947-48, che ha eseguito una lunga serie di opere molto impegnative per le chiese e per le scuole, soprattutto nelle provincie di Padova e di Venezia; per il Piazzale Savonarola, sempre a Padova, nonché per case private e collezionisti in Italia e all'estero. Ho riassunto in breve il suo curriculum vitae, senza accennare ai successi, alle soddisfazioni, a quella comprensione da parte della critica e dei committenti, che per l'artista è l'incitamento migliore per affrontare le difficoltà di un'arte severa e di un impegno tecnico, che non ammette dilettantismi di qualsiasi genere.… Le origini di Negri … si possono definire con la massima libertà nell'ambito di un intelligente connubio romanico-martiniano e nella pratica di un « mestiere » che acquista in questo caso il suo vero e legittimo significato. La vocazione plastica di Negri si determina quindi nella qualità delle opere, ispirate tanto dai testi sacri quanto da certi aspetti tipici della vita moderna. Pura spiritualità, che non si vanifica mai in soluzioni astruse; è puro sentimento della natura, nella molteplicità delle sue espressioni si alternano in un continuo confronto d'immagini, senza chiudersi mai in una formula unitaria. Questo è il senso di una dualità che, nell'arte di Negri, fondata soprattutto sul marmo e sul bronzo, trova talora nella terracotta e nella ceramica una sintesi narrativa o decorativa, spesso nei termini di una visione popolaresca, ricca di effetti in alcune formelle che ricordano certi stucchi pompeiani. è indubbio che Negri raggiunge nei bronzetti di nudi femminili più chiara dimostrazione dei valori della sua ricerca, sia in un senso schiettamente figurativo, sia nella loro metamorfosi astratta.
Si potrebbe affermare che lo scultore è continuamente tentato da una decisa volontà sperimentale, che gli consente di esercitare le facoltà creatrici nella duplice direzione senza arrivare mai a una scelta definitiva. Negri inoltre passa dal genere monumentale («Pietà per le vittime civili di guerra», Padova, 1950; Paliotto della Chiesa della SS. Trinità, Padova, 1960; Coperchio del battistero a forma ottagonale
nella Chiesa di Maserà, 1967), la piccola dimensione dei bronzetti, che costituiscono col «Crocifisso» in bronzo della Chiesa della SS. Trinità, un’esperienza, da una parte classicheggiante e tradizionale; dall'altra ispirata da una concezione veramente costruttiva, molto vicina a certi dati caratteristici della scultura europea, dal cubismo analitico, a certo surrealismo di gusto britannico, che ebbe per rappresentanti i giovani scultori del dopoguerra, da Butler a Armitage e a Chadwick.
Negri è uno scultore, che ha ‘saputo vedere’ intorno a sé, con una curiosità alimentata sempre più dal possesso di un ‘mestiere’ addirittura invidiabile per le difficoltà dei problemi risolti in direzioni tanto diverse.
è certo che lo scultore patavino li ha affrontati con una sicurezza che traspare dall'abile modellazione delle numerose figure del suo paradiso terrestre. Le figure diventano forme da ridurre in una serie di atteggiamenti e di ritmi che le avvicinano agli esili nudini col collo lungo, come «La Coronara» che potrebbe ricordare alla lontana le donnine di Giacometti, ispirate dal famoso Idolo del Museo di Volterra. C'è sempre un rapporto con gli ‘antichi’, con gli esempi di una storia che non si esaurisce mai, per la continuità feconda nel tempo. Risalta sempre l'eleganza dei bronzetti, il loro scatto, la loro ellenica perfezione negli atteggiamenti e nei gesti, che rompono gli schemi statuari, li liberano dalla pratica degli ateliers, dove posano le modelle pazienti.
Ma oltre a questo, altrettanto credibili sono le figure nascoste dai drappeggi e trasformate in apparizioni bizzarre, in personaggi fantastici, senza tuttavia perdere la loro identità visionaria.
Nelle opere d'arte sacra, Negri s'impegna con l'ardore di una fede sincera, con l'impeto di una fantasia, che lo avvicina a modelli antichi, rivisti, si può dire, con lo stesso spirito dei ‘tajapiere’, nascosti nell'anonimato collettivo per scolpire e per edificare mirando all'eternità.
Così, nell'arte di Negri, attraverso quelle alternative cui abbiamo accennato, la vocazione plastica assume aspetti diversi, nella varietà di un repertorio formale, che attira e avvince.”
Giuseppe Marchiori - 1977
"La veste II" - 1978
bronzo - cm h. 33 x largh. 16
"Esco dallo studio padovano di Nerino Negri. E' un pomeriggio freddo di sole. Sono un po' frastornato. Ho visto varie opere di epoche diverse; ho visto pure tutta una lunga serie di diapositive. Cerco di raccogliere le impressioni, mentre lo scultore mi parla con la sua simpatica cadenza veneta (non parla di se stesso, parla del suo maestro Arturo Martini, di cui racconta aneddoti e citazioni divertentissime). Cosa m'è rimasto nella, mente? ... soprattutto l'idea di una scultura vibrata, dinamica, tesa. Ma non solo: mi pare che essa raccolga l'eco di qualcosa che viene da lontano. Che so? Un'eco d'una forma rude, severa, diciamo pure romanica, che improvvisamente s'addolcisce. Un incontro tra il Wiligelmo di Modena e il Donatello del David? Forse. Del resto Giuseppe Marchiori in uno scritto su Negri di dieci anni fa, notava "duplice direzione", cioè un tentativo di contemperamento, di sintesi tra due mondi diversi: come quello della figura e quello dell'astrazione.
Ecco il punto: Negri mi sembra una specie di nuovo umanista, che cerca la misura aurea delle cose. La cerca oggi, con un linguaggio d'oggi, senza rifugiarsi in passatismi e senza indulgere a trasformismi o a nomadismi di comodo. Mi scorrono nella memoria le opere viste e riviste: ho la precisa sensazione che Negri cerchi un'ideale di bellezza al di là della contingenza temporale. Certo, il mio occhio critico è adusato a percepire i passaggi, le mutuazioni stilistiche, le derivazioni storiche (ed è chiaro, chiarissimo, che riconosco in Arturo Martini l'ascendenza prima di Negri); ma c'è qualcosa che va al di là del tempo. Sarà forse anche la suggestione di bronzi e gessi e terrecotte accatastati nello studio disordinato dello scultore; sarà la polvere che si posa inesorabilmente sulle cose; o magari il mio occhio che cerca sempre la materia stagionata, lavorata dall'uomo, quasi lisciata dalla sua mano paziente. Ma non è tutto qui. Mi pare che Negri porti con sé proprio questo spirito di superamento dei limiti del tempo: che miri cioè a qualcosa di duraturo, al di là delle mode. Si tratta di respiro.
Sorprende me, come ha sorpreso nel 1977 Marchiori, il fatto che Negri non abbia la notorietà che si merita. Che sia vissuto rintanato, con il suo spirito filosofico, dipende soprattutto dal suo carattere. Le opere ci sono; e c'è solo il rammarico (comune del resto a chi si occupa di scultura) di non poter portare ad una mostra quella più impegnativa, eseguite per chiese ed edifici pubblici. Ma forse la dimensione di Negri è quella del bronzetto, della formella, della piccola lastra: una dimensione (ancora una volta) umana, in cui si deve sentire la presenza del gesto fisico dell'artista. ... Ammiro (ed accarezzare col palmo della mano) taluni bronzetti di vent'anni fa: corpi scattanti di donna, piegati e slanciati in un ritmo mai sopito, mai programmato. Li metto a confronto con talune piastre di bronzo più recenti, che si definirebbero astratte se, soprattutto nella scultura, questo termine non perdesse la sua valenza anzitutto semantica: una vibrazione trepida, un fascio di muscolature, di tendini sottesi, di nervature, una forma che lievita e assume parvenze organiche. Che differenza c'è? Forse quella di una maturazione dello stile. Ma la suggestione è la stessa. è sempre la natura che fa da spinta: la massa si contorce, si aggroviglia, poi si dipana in una cadenza musicale che avvince. Dice bene Marchiori: 'dall'ellenica perfezione' di taluni bronzetti, liberati da ogni schema statuario, si passa ad 'apparizioni bizzarre e a personaggi fantastici'.
Quel che mi prende sempre più è appunto la dimensione naturale di queste sculture. S'intenda: Negri non abusa mai di accorgimenti surrealistici, non seduce con allusioni antropomorfiche. Resta sempre 'greco' nella tensione ad un ideale di bellezza iperuranico. Né adotta sigle o moduli facilmente riconoscibili. Il suo è un plasticare libero, senza inibizioni e senza furberie. Un formalista? Ma certo. Questo termine oggi è sempre più rivalutato, dal momento che ci si accorge dell'importanza per un artista di legarsi ad una disciplina del fare, in cui il segno della bellezza è, anzitutto, il segno 'dell'ordine' (più o meno nascosto, più o meno percepibile). Anche laddove il senso della 'macchina' appare in evidenza, con talune seduzioni addirittura tecnologiche, è sempre la struttura che la vince: struttura, appunto, come congruenza formale. è questo il comune denominatore che unisce l'elegante torsione di un corpo femminile alle screziature di luce d'una piastra o allo sviluppo organicistico o meccanicistico di una massa libera nello spazio; e magari rende plausibili il progetto di una grande porta di Cattedrale e il bronzetto 'astratto' da tenere in casa. La natura fa da sottofondo: essa viene trasfigurata, forse sublimata, mai tradita. E questo lo si sente: è una questione di aderenza anzitutto del senso, prima che della mente.
Allora: misura ideale, libertà espressiva, sentimento della natura. Sono questi, come s'è detto, i fondamenti della scultura di Negri. S'aggiunge la base culturale. Qui è chiaro tutto un aggancio sia ad una dimensione della storia tipica del recupero formale degli anni Venti e Trenta (da Arturo Martini a Marino Marini), sia ad una dialettica più recente di matrice astratto-informale. Ma anche qui la dialettica degli opposti, tipici di Negri, si concilia attraverso la vibrazione del sentimento plastico. Come dire: si percepisce che tutto ciò che nasce dalle sue mani è filtrato attraverso l'emozione. L'espressione è l'urgere, quasi lo sfogo, dell'uomo che mira nell'opera di ritrovare se stesso. ... Ed io, rivivendo nella memoria la visita allo studio padovano di Negri, risento la 'verità biologica' del suo fare: cioè la sua profonda autenticità. Se il mondo è complesso, e se diverse sono le forme della presenza umana in esso, l'artista ha questo potere: di ridurre tutto all'unità."
"IL MONUMENTO A CESARE CRESCENTE REALIZZATO DALLO SCULTORE NERINO NEGRI"
" ... La ritrattistica è un genere in cui l'artista deve più di qualche volta rispettare esigenze e aspettative dei committenti, ma queste, per un artista vero, non costituiscono necessariamente una limitazione quanto un problema nuovo che egli infine risolve coerentemente al proprio mondo figurativo. Tale genere, siappur saltuariamente, è presente con varietà di tecniche nell'intero arco della produzione di Negri. ... Se da una parte il nostro scultore sa raggiungere in ciascuno di essi un'asciutta e penetrante definizione di un volto e di un carattere, dall'altra, volta per volta, sa pure inserirli nella dinamica della propria ricerca formale, e questo vale anche per il 'Monumento a Crescente'. Esso è costituito dal busto in bronzo (cm 110) innestato su un parallelepipedo di pietra d'Istria (cm 97x103) ... Il monumento si fa notare siappur con discrezione da chi varchi l'ingresso di fronte alle Poste, prima dandosi di tre quarti, poi invitando a un percorso d'avvicinamento in diagonale e a un conclusivo viraggio che ne determina la visione frontale. Da questo punto di vista un lieve decentramento conferisce al busto vitalità e ritmo, accentuati dal contrasto fra il suo sviluppo curvilineo, la sfrangiatura dei bordi, il trattamento differenziato delle superfici da una parte, e dall'altra; la nitida e regolare stereometria del supporto. Senza scompensi Negri riesce a innescare nell'impianto ancor naturalistico del busto quella linea 'astratta' della propria ricerca. ... Ben s'evidenzia, così in termini formali, l'interpretazione che lo scultore propone della personalità di Crescente: interpretazione la quale lasciando in sordina l'aspetto gentile e umile come appare dalle foto ufficiali, accentua invece, il carattere sereno ma volitivo e convinto di chi, fra problemi d'ogni genere e per tanti anni, ha saputo reggere il Comune di Padova."
Alessandro Bevilacqua
"Ritratto di Cesare Crescente" (Sindaco di Padova dal 1947 al 1970) - Bronzo, realizzato nel 1985 - costituito dal busto in bronzo innestato su un parallelepipedo di pietra d'Istria,
esposto a Padova presso i Giardini dell'Arena.
Nerino Negri è stato Maestro della scultura, artista conosciuto ed affermato non solo in Italia ma anche all'estero. Sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private in tutto il mondo. Ha realizzato numerose opere, monumenti e medaglie. Sue opere si trovano in numerose regioni Italiane, segnaliamo le principali: Veneto, Lazio, Toscana, e Sardegna. All'estero sue opere sono presenti a Los Angeles (Usa) - New York (Usa).
Mostre, anno 2014:
Le sculture dell'artista Nerino Negri esposte alla "BIENNALE INTERNAZIONALE DEL QUADRO E DELLA SCULTURA"
Mostra d'arte contemporanea - 16/26 maggio 2014 Inaugurazione domenica 18 maggio ore 17.00
presso la Scuola della Carità di Padova - Via San Francesco, 63. Ingresso libero.
Presentazione critica: “Nerino prof. Negri, uno scultore che si è diplomato all'Accademia di Belle Arti di Venezia nel 1947-48, che ha eseguito una lunga serie di opere molto impegnative per le chiese e per le scuole, soprattutto nelle provincie di Padova e di Venezia; per il Piazzale Savonarola, sempre a Padova, nonché per case private e collezionisti in Italia e all'estero. Ho riassunto in breve il suo curriculum vitae, senza accennare ai successi, alle soddisfazioni, a quella comprensione da parte della critica e dei committenti, che per l'artista è l'incitamento migliore per affrontare le difficoltà di un'arte severa e di un impegno tecnico, che non ammette dilettantismi di qualsiasi genere.… Le origini di Negri … si possono definire con la massima libertà nell'ambito di un intelligente connubio romanico-martiniano e nella pratica di un « mestiere » che acquista in questo caso il suo vero e legittimo significato. La vocazione plastica di Negri si determina quindi nella qualità delle opere, ispirate tanto dai testi sacri quanto da certi aspetti tipici della vita moderna. Pura spiritualità, che non si vanifica mai in soluzioni astruse; è puro sentimento della natura, nella molteplicità delle sue espressioni si alternano in un continuo confronto d'immagini, senza chiudersi mai in una formula unitaria. Questo è il senso di una dualità che, nell'arte di Negri, fondata soprattutto sul marmo e sul bronzo, trova talora nella terracotta e nella ceramica una sintesi narrativa o decorativa, spesso nei termini di una visione popolaresca, ricca di effetti in alcune formelle che ricordano certi stucchi pompeiani. è indubbio che Negri raggiunge nei bronzetti di nudi femminili più chiara dimostrazione dei valori della sua ricerca, sia in un senso schiettamente figurativo, sia nella loro metamorfosi astratta. Si potrebbe affermare che lo scultore è continuamente tentato da una decisa volontà sperimentale, che gli consente di esercitare le facoltà creatrici nella duplice direzione senza arrivare mai a una scelta definitiva. Negri inoltre passa dal genere monumentale («Pietà per le vittime civili di guerra», Padova, 1950; Paliotto della Chiesa della SS. Trinità, Padova, 1960; Coperchio del battistero a forma ottagonale nella Chiesa di Maserà, 1967), la piccola dimensione dei bronzetti, che costituiscono col «Crocifisso» in bronzo della Chiesa della SS. Trinità, un’esperienza, da una parte classicheggiante e tradizionale; dall'altra ispirata da una concezione veramente costruttiva, molto vicina a certi dati caratteristici della scultura europea, dal cubismo analitico, a certo surrealismo di gusto britannico, che ebbe per rappresentanti i giovani scultori del dopoguerra, da Butler a Armitage e a Chadwick. Negri è uno scultore, che ha ‘saputo vedere’ intorno a sé, con una curiosità alimentata sempre più dal possesso di un ‘mestiere’ addirittura invidiabile per le difficoltà dei problemi risolti in direzioni tanto diverse. è certo che lo scultore patavino li ha affrontati con una sicurezza che traspare dall'abile modellazione delle numerose figure del suo paradiso terrestre. Le figure diventano forme da ridurre in una serie di atteggiamenti e di ritmi che le avvicinano agli esili nudini col collo lungo, come «La Coronara» che potrebbe ricordare alla lontana le donnine di Giacometti, ispirate dal famoso Idolo del Museo di Volterra. C'è sempre un rapporto con gli ‘antichi’, con gli esempi di una storia che non si esaurisce mai, per la continuità feconda nel tempo. Risalta sempre l'eleganza dei bronzetti, il loro scatto, la loro ellenica perfezione negli atteggiamenti e nei gesti, che rompono gli schemi statuari, li liberano dalla pratica degli ateliers, dove posano le modelle pazienti. Ma oltre a questo, altrettanto credibili sono le figure nascoste dai drappeggi e trasformate in apparizioni bizzarre, in personaggi fantastici, senza tuttavia perdere la loro identità visionaria.
Nelle opere d'arte sacra, Negri s'impegna con l'ardore di una fede sincera, con l'impeto di una fantasia, che lo avvicina a modelli antichi, rivisti, si può dire, con lo stesso spirito dei ‘tajapiere’, nascosti nell'anonimato collettivo per scolpire e per edificare mirando all'eternità.
Così, nell'arte di Negri, attraverso quelle alternative cui abbiamo accennato, la vocazione plastica assume aspetti diversi, nella varietà di un repertorio formale, che attira e avvince.”
Giuseppe Marchiori - 1977
La mostra è presentata dal critico d'arte Carla D'Aquino, Presidente del Centro Culturale della Maison d'Art di Padova.
La rassegna si svolge in un prestigioso Palazzo Monumentale del '500 nel cuore dell'antica Padova nei pressi della Basilica di S. Antonio, situato nel centro storico di Padova. La Scuola della Carità ospita un ciclo di dodici dipinti dedicato alla vita della Madonna, dipinti da Dario Varotari nel 1579.
Scuola della Carità
(ciclo di affreschi di Dario Varotari del 1579 e di Girolamo dal Santo) Via San Francesco, 63, Padova.
1985 - Ville de Maebeuge, Francia "Aspetti contemporanei della scultura europea" (su invito).
- Offenbach, Germania, collettiva.
1987 - Galleria S. Vidal di Venezia, mostra personale.
"La veste I" - 1968
bronzo - cm h.33 x largh.21
Tutte le Opere dell'artista Nerino Negri catalogate nel nostro Archivio sono disponibili. L'Archivio Monografico dell'Arte Italiana è a Vostra disposizione per farvi visionare, senza alcun impegno di carattere economico, le opere dell'artista.