Piergianni Giuseppe opera in Campania nella specifica di Corrente figurativa .
Giuseppe Piergianni vive ed opera a Soccavo (NA), fotografo conosciuto per i suoi click in bianco e nero.
Le sue pellicole sono protette da Copyright,
Giuseppe Piergianni nel suo studio - https://www.photopiergianni.it/

PRESENTAZIONE DELL'ARTISTA - COME VIVO I MIEI CLICK: Henri Cartier-Bresson, fotografo francese, dice: “Le immagini, indipendentemente da come sono create e ricreate, sono destinate a essere guardate. Questo porta alla ribalta non la tecnologia delle immagini, che naturalmente è importante, ma piuttosto quello che potremmo chiamare il eyenology (vedere)”.
È proprio questo che mi ispira ad essere sempre più attento, prima credevo che per scattare belle immagini si dovesse possedere un’attrezzatura super professionale, oggi ci credo di meno.
Per esempio, fotografare l’acqua, che sia di una fontana o di una cascata naturale diventa, per me, uno scatto che insegue l’altro è diventa un modo di percepire il tempo: fermarlo.
Il fotografo William Faulkner dice: “Scopo di ogni artista è arrestare il movimento, che è vita, con mezzi artificiali, e tenerlo fermo ma in tal modo che cent’anni dopo, quando un estraneo lo guarderà, torni a muoversi, perché è vita.”
L’acqua si muove, evolve, trasforma non si ferma. Voler fermare l’acqua congelarla in quell’unico momento è come se volessi fermare il mio tempo, un tempo che in qualche modo sta passando velocemente, attraversando la mia vita vorticosamente, è solo congelando quell’unico istante, che potrei fermare la sua impietosa corsa.
Il fotografo francese Robert Doisneau, dice: “Non mi sono mai chiesto perché scattassi delle foto. In realtà la mia è una battaglia disperata contro l’idea che siamo tutti destinati a scomparire. Sono deciso ad impedire al tempo di scorrere. È pura follia”.
La fotografia mi ha insegnato ad osservare al di là della composizione vera e propria, osservare con il cuore scattare quando quel soggetto, che sia un arco, l’acqua, una strada un vicolo, ti invita a farsi riprendere in quell’unico istante irripetibile poi, in studio si lavora per migliorarne la visione, senza alterare la sua realtà.
Non amo ritoccare la foto, ormai al pc si può fare di tutto però, personalmente lo utilizzo solo per “pulire” la foto, da piccoli difetti o da elementi di disturbo che possono distrarre chi osserva, non mi piace di alterarne i colori di spingere il ritocco fino a far diventare, la foto, come un quadro pittorico, mi piace la realtà del soggetto non come mi piacerebbe che sia, sarebbe solo una alterazione della realtà rendendo, il soggetto, finto.
Henri Cartier-Bresson, dice: “Non è la mera fotografia che mi interessa. Quel che voglio è catturare quel minuto, parte della realtà.”
Molte volte mi viene chiesto di spiegare una mia foto, ho sempre risposto con un aforismo del fotografo, Ansel Adams: “Ho sempre pensato che la fotografia sia come una barzelletta: se la devi spiegare non è venuta bene.”
È un concetto semplice, perché si deve spiegare un qualcosa che deve essere vista con il cuore? Chi osserva una foto o un quadro non deve chiedere come è stata fatto o che colori si sono utilizzati per dipingere un quadro, altrimenti le emozioni svaniscono. Quando osserviamo un quadro di Van Gogh, per esempio, ci chiediamo come sia stato dipinto, oppure cerchiamo di comprendere del perché, sia stato dipinto?
Molti fotografi, online, quando pubblicano le foto, scrivono la marca della fotocamera, l’apertura di diaframma, l’esposizione e a quanti ISO hanno scattato la foto, una sola domanda: perché?
Nessuno può rifare quello scatto, le variabili sono infinite, quindi, è solo per dire di essere bravi? È un concetto che non riesco a comprendere, eppure esiste.
La scrittrice fotografa, Isabel Allende, ha dato una definizione per me, precisa sulla fotografia: “La macchina fotografica è uno strumento semplice, anche il più stupido può usarla, la sfida consiste nel creare attraverso di essa quella combinazione tra verità e bellezza chiamata arte. È una ricerca soprattutto spirituale. Cerco verità e bellezza nella trasparenza d’una foglia d’autunno, nella forma perfetta di una chiocciola sulla spiaggia, nella curva d’una schiena femminile, nella consistenza d’un vecchio tronco d’albero e anche in altre sfuggenti forme della realtà.”
Ed è proprio questo che cerco di esprimere quando fotografo, non mi perdo in discorsi complicati, osservo cose che molti non vedono e ne estrapolo la verità non osservo molto con la mente faccio del tutto di osservare con il cuore, alcune volte riesco ed altre no. Ma è solo un gioco.
Il fotografo Mario Giacomelli, dice: “La fotografia è una cosa semplice. A condizione di avere qualcosa da dire.”
La vera condizione è di avere qualcosa da dire, con semplicità basta chiudere gli occhi e lasciare che il particolare risalga da solo alla coscienza affettiva.
Giuseppe Piergianni
INTRODUZIONE ALL’ARTE FOTOGRAFICA DI GIUSEPPE PIERGIANNI
Partendo dai primi insegnamenti del click scattando le prime fotografie con la Rolleiflex, sperimentando l’esperienza nella camera oscura e frequentando diversi maestri della pellicola, oggi, Giuseppe Piergianni, verifica la sua creatività dedicandosi a tematiche realistiche; nelle opere compaiono volti, animali, oggetti, architetture; la bellezza del bianco e del nero permette all’artista Giuseppe di focalizzare la sua attenzione su principali elementi che diventano protagonisti dell’opera fotografica. Eliminando il colore Giuseppe immortala un’istante esprimendo l’essenza delle cose, dove la luce e l’ombra diventano sinonimo di emozione.
Il fotografo esplora il tempo contemporaneo percorrendo un viaggio nella storia, dove le architetture, gli oggetti, i volti espressivi, le piazze, i tetti, le pietre, creano atmosfere intense. La pellicola mette in rilievo le forme affascinanti creando un paesaggio sospeso tra chiari e scuri che metaforicamente sembrano rappresentare la luce ed il buio presente nell’animo dell’essere umano. I progetti emblematici del fotografo si arricchiscono di inventiva e di originalità, stupiscono l'osservatore per la bellezza visiva e per l'espressività profonda che si evince nello scatto fotografico.

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